Italian Social Research – Team di BOINC

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Forse non tutti sanno che cos’è BOINC. Si tratta di una web based application che mira a far partecipare facilmente utenti di tutto il mondo a programmi di calcolo e ricerca scientifica ad alte prestazioni.
BOINC, acronimo di Berkeley Open Infrastructure for Network Computing, è scaricabile da chiunque possieda uno, o più, pc collegati alla rete, disponibili, in determinate ore del giorno, ad eseguire calcoli a virgola mobile insieme ad altri colleghi di tutto il mondo.

Così, con un piccolissimo contributo, si parteciperà a progetti come Einstein@Home (che con i dati di Arecibo vuole costruire una mappa delle Pulsar osservabili, ed osservate dalla terra), SETI@Home (segmento reduce del ben famoso progetto SETI di ricerca di segnali radio extraterrestri), Milkyway@Home (studia la struttura della Via Lattea), QMC@Home (che, come Rosetta@Home, Folding@Home e molte altre costruisce, andando per tentativi, molecole, le più svariate, per capire il meccanismo quantico di fondo alla formazione di questi agglomerati nucleici).
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I maggiori successi della scienza nel 2010

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Come tradizione, in uno dei suoi ultimi numeri la rivista Science pubblica un elenco di quelli che secondo i suoi redattori sarebbero i 10 principali successi dell’anno.

 

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Ecco la donna che non conosce la paura

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A dieci anni ha perso l’amigdala e da allora non teme nulla.

Camminava di sera in una strada deserta costeggiata da un parco e da una chiesa, un uomo dall’aspetto poco raccomandabile seduto su una panchina la chiama e, appena lei si avvicina, scatta in piedi, le punta un coltello alla gola e dice che l’avrebbe uccisa: lei, per nulla impaurita, gli risponde: ‘se stai per uccidermi sappi che dovrai vedertela prima con gli angeli del Signore’. L’uomo improvvisamente libera la presa e lei, come nulla fosse, si incammina verso casa tranquilla e per nulla impaurita.

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Miodesopsie

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A voi non è mai successo di vedere degli strani corpi vermiformi ai lati degli occhi? Simili a vermi, oppure fili di polvere… Hanno varie ferme e dimensioni… E c’è una spiegazione: Sono Miodesopsie!

Le miodesopsie (dal greco myōdes=’simile a mosche’ e òpsis=’visione’) o mosche volanti sono dovute a una non perfetta trasparenza del corpo vitreo. Infatti, addensamenti del liquido che riempie il bulbo oculare proiettano delle ombre mobili sulla retina e, quindi, si presentano nel campo visivo.

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Squali a Sharm: parola agli esperti

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In pochi giorni tre turisti russi gravemente feriti e una turista tedesca morta a causa dei morsi. Gli squali, di solito, non attaccano gli esseri umani: nuotano in profondità, a centinaia di metri dalla riva, e preferiscono prede più piccole. E’ opinione di molti che nelle acque di Sharm el Sheikh stia succedendo “qualcosa di strano” e che non possa essersi trattato di una semplice coincidenza.

Ieri, le autorità egiziane hanno riaperto alcune spiagge dove la balneazione era stata vietata, mentre prosegue la caccia al “killer”. Con il passare dei giorni, tuttavia, è sempre più improbabile che si riesca a individuare con certezza l’animale responsabile. Per provare ad avere un quadro più chiaro della situazione, Galileo ha intervistato Alessandro De Maddalena, presidente della Società Ittiologica Italiana, curatore della Banca Dati Italiana Squalo Bianco e membro del Gruppo Mediterraneo di Ricerca sugli Squali. De Maddalena era stato contattato, insieme ad altri esperti di squali, dalla Chamber of Diving and Water Sports of Egypt. Dopo aver visionato le fotografie dei morsi, ha fatto le sue ipotesi: ad aver attaccato gli esseri umani sarebbero stati due esemplari di specie diverse, uno dei quali potrebbe aver agito così perché ferito o malato.

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Dna con l’arsenico

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Qualcuno scopre un batterio, e molte delle nostre conoscenze riguardo alla vita sulla Terra devono essere improvvisamente riviste. Il microrganismo, infatti, infrange una legge basilare della biologia, su cui sembrava reggersi la possibilità della vita stessa: il fosforo è un elemento indispensabile per gli organismi viventi (forma anche il Dna).
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Attacchi a Sharm el Sheik: Io sto con gli squali.

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Ogni anno vengono uccisi milioni di squali dagli uomini. Ogni anno sono uccisi decine di uomini dagli squali. Se uno squalo incontra un uomo dovrebbe darsi alla fuga.

Per oltre 400 milioni di anni gli squali hanno dominato gli oceani del pianeta. Tre specie, lo squalo bianco, lo squalo tigre, lo squalo toro sono responsabili di più della metà degli attacchi all’uomo. Ma effettivamente questi animali meritano la loro cattiva reputazione?

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La percezione degli squali come animali pericolosi si è diffusa grazie all’enorme risalto mediatico ricevuto da qualche isolato attacco non provocato, come il celebre attacco del Jersey Shore nel 1916, ed attraverso finzioni cinematografiche, come la fortunata serie de Lo squalo. A questo proposito va ricordato che lo stesso inventore de Lo squalo, Peter Benchley, si è dedicato in seguito per diversi anni al tentativo di cancellare l’immagine dello squalo come mostro assassino.

Gli squali hanno un lungo periodo di vita e formano popolazioni relativamente piccole. L’accoppiamento pertanto è difficile e non è sufficiente per garantirne la sopravvivenza. A questo problema si aggiunge l’attivita’ dell’uomo : la pesca, le modifiche all’habitat, l’inquinamento, sono solo alcune delle cause della diminuzione delle popolazioni di squali. Emblema della crudelta’ verso questi animali il metodo di preparazione della zuppa di pinne di squalo, che prevede la rimozione delle pinne tramite una lama arroventata, mentre l’animale è ancora vivo, seguita dal rilascio in acqua dello squalo mutilato e costretto all’immobilita’ e quindi alla morte.

Alla fine, chi è il vero assassino e chi la vittima?

Schistosoma

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Sono i trematodi più importanti, di cui tre specie infettano l’uomo: S. japonicum, S. mansoni e S. haematobium.
Gli schistosomi sono gli unici ad essere dioici, cioè hanno adulti maschi e femmine distinti che vivono insieme nei vasi dell’ospite.
Il maschio è un verme piatto tipico, mentre la femmina è cilindrica, affusolata, quasi filiforme.
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La “strategia ritardante” dei batteri: aiutare il nemico per preparare un’invasione migliore

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Neisseria gonorrhoeae è il nome scientifico del batterio responsabile della gonorrea, nota patologia venerea. Esso trascorre gran parte del tempo sulla superficie esterna della pelle dell’organismo ospite, penetrando attraverso la pelle soltanto negli stadi finali dell’infezione.
Una recente ricerca, condotta dal dott. Jan Peter Boettcher del Max-Planck-Institut fur Infektionsbiologie di Berlino, ha evidenziato un insolito ed interessante comportamento messo in atto da questo batterio nelle fasi che precedono la penetrazione attraverso la pelle.

Contrariamente a quanto si è sempre creduto, sembra che questi batteri non abbiano alcuna fretta ad invadere l’ospite; anzi, se accidentalmente le cellule epiteliali dell’ospite inglobano cellule batteriche prima che sia arrivato “il momento giusto”, queste non sopravvivono, perché “non sono ancora del tutto pronte”.

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L’enzima che detta i nostri gusti alimentari

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Cremoso, granuloso, croccante, viscido… la percezione della consistenza del cibo ha un ruolo importante nelle preferenze alimentari di una persona. Questa percezione è però plasmata dal livello di attività di un importante enzima presente nella saliva, l’amilasi salivare, che varia da persona a persona. La scoperta è stata fatta da un gruppo di ricercatori del Monell Center, che firmano un articolo pubblicato sulla rivista PLoS ONE.

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